Ultreya a Voghera
9 Novembre 2016 | 2.294 visite |
Il Cursillo della diocesi di Tortona è nato grazie alla spinta degli amici della diocesi di Genova, quasi 15 anni fa. Adesso cammina con le proprie forze, ma bisogna riconoscere un limite: nonostante nei primi anni di movimento avesse trovato buone risposte nell’Oltrepo, anche grazie alla presenza attiva di un sacerdote come don Bruno Bottallo, oggi è più presente nella Valle Scrivia (con le appendici di Gavi e Isola del Cantone), che non nel Tortonese e nel Vogherese.
Anche per questo, nella serata di Ultreya di venerdì 28 ottobre scorso (incontro che di solito si tiene a Serravalle), abbiamo voluto spingerci fino a Voghera. Che bella serata abbiamo vissuto! Davvero gli amici delle zone “nordiche” della nostra diocesi ci hanno offerto un’opportunità di vera e propria grazia. Siamo stati rallegrati da una presenza parecchio numerosa: eravamo più di cinquanta persone.
Una metà di noi proveniva dalla zona più “meridionale” della diocesi, organizzati con un intero pullman che, con tappe a Savignone, a Sarissola e a Serravalle, ha trasportato un carico di gioia e di amicizia fino alla bella sala del Millennio nella splendida piazza Duomo di Voghera.
Ad attenderci i cursillisti della zona, ma anche persone che, pur non avendo ancora vissuto l’esperienza della tre giorni, insieme a loro si incontrano quindicinalmente per pregare e condividere la Parola. Fin da subito si è creato un clima di vera cordialità e di simpatia reciproca. Pensavamo che ci potesse essere da superare una iniziale e comprensibile freddezza, ma invece al nostro arrivo abbiamo trovato solo facce serene e sorridenti. Che bello!
Abbiamo iniziato la serata con i soliti gruppi di condivisione e questo sarà stato per alcuni un primo scalino da superare, ma certo si è rivelata come un’occasione di maggiore confidenza tra tutti i presenti. Elena, poi, ci ha offerto una sua testimonianza di vita, sincera e profonda: traendo spunto dal Vangelo della domenica successiva, quello di Zaccheo che vuole vedere Gesù, si è chiesta quali fossero stati nella sua personale esperienza i “sicomori” che l’avevano aiutata a vedere Gesù.
Alcuni interventi spontanei hanno accresciuto quello spirito di condivisione e di aiuto reciproco a camminare insieme, che è proprio l’atteggiamento del cuore cristiano e di ogni persona che si avvicina al Cursillo.
Don Massimo Bianchi, l’animatore spirituale del Cursillo diocesano, si è chiesto, nella sua meditazione finale, quale fosse in quel passo del Vangelo il momento più importante. Appurato che il centro del racconto era ancora una volta lo sguardo di Gesù, ci ha fatto notare una situazione particolare: noi quando preghiamo guardiamo verso il cielo, ma Zaccheo per incontrare Gesù deve guardare in basso, noi ci immaginiamo un Dio che ci guarda dall’alto in basso ed invece qui è Gesù ad alzare lo sguardo. Dio si fa piccolo, abita nei poveri e negli ultimi e lì dobbiamo guardare se vogliamo incontrarlo. Dio non guarda all’uomo mai con rassegnato compatimento, ma lo colloca nella posizione privilegiata del suo amore.
Ancora un grazie a chi ci ha ospitato e a chi ha condiviso questa bella esperienza, senza dimenticare tante persone amiche che magari non hanno potuto essere presenti fisicamente all’incontro, ma che ci sono state vicine spiritualmente.